Arricogghiti. Torna a casa. Nesciiddocu. Esci da qui
Non ci nne ‘ppi nuddu. Non ce n’è per nessuno. Sunu i maccarruni ‘cca lingunu a panza…
Lui è davanti a me e usa le parole del porto. Quelle della concretezza. Le frasi di chi se ne va. Sono abituata a chi se ne va. Ad aspettare e a perdere. Lui è già partito, anche se ancora mi guarda. Io l’ho battuto sul tempo. Stiamo preparando le restituzioni, svuotando i cassetti e i file del computer con le fotografie. Cancellare è un gesto minimo. Questa è vera economia: grandi risultati con scarsa fatica.
Il tuo amico Ettore è già arrivato per il trasloco, conosce l’antagonista. Conosce il cuore che ti ho sputato addosso. Conosce te
Ho seppellito Ravel nel giardino e sotto di lui l’anello che mi hai regalato, così nessuno potrà trovarlo. Questo è nesciri. Uscire. Adesso stiamo viaggiando, le nuvole sono basse come nei paesaggi fotografici dell’Arizona. Ettore allunga la mano verso la mia coscia e l’accarezza. Non mi ritraggo. Non voglio lui. Eppure voglio che mi desideri. Mi aggrappo al suo volermi. Alla radio Like a stone. Il mondo mi sembra diverso e imperfetto. Anche il corpo ha cambiato i confini; è più piccolo. Occupa uno spazio concentrato sul sedile anteriore.
— “Come stai?”
— “Bene”
— “Sei sicura”
— “Sì”
— “Hai voglia di parlare”
— “No”
— “Devo dirti una cosa…”
— “Ravel l’ho ammazzato io”
Se non l’avessi fatto non saresti qui. Con me. Era la cosa più giusta per te. Per noi. Per il futuro che ci aspetta. Eri così attaccata a lui. Non te ne saresti mai andata se fosse stato ancora vivo.
Ciatu. Fiato. Mi votu e mi rivotu senza sonnu. Mi volto e mi rivolto senza sonno.
Prigioniera del secondo amore.
Il dubbio sorge spontaneo.. Ettore Assassino e prototipo Ettore 1, ricaricabile e “smemorizzabile”, scorta vivente di ricambi per i genitori, sono la stessa persona, ammesso che Prototipino si possa considerare tale?
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Prototipi diversi, sparati nella costellazione spazio temporale
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