#AMORE 2.0

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Silvia Noferi, Vacui, stampa fotografica (misure variabili), 2015

 

And somewhere, maybe someday,
E da qualche parte, forse un giorno,
Maybe somewhere far away,
Forse da qualche parte lontano,
I’ll find a second little person
Troverò una seconda piccola persona
who will look at me and say,
che mi guarda e dice,
I know you
“So che
You’re the one I’ve waited for
Tu sei quello che aspettavo

Cos’è l’amore 2.0 per una 40enne websurfer?

 

 

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Sarah Lucas, Chicken Knickers, stampa fotografica 2732 x 1963 cm, 2000 Murderme Ltd, London. Courtesy of Sadie Coles HQ, London 2006

Vi ricordate il film Her di Spike Jonze, il manifesto generazionale che postula la quasi incociliabilità fra amore (in carne e ossa) e realizzazione del rapporto di coppia? Giacché, la “bella” è un sistema operativo evoluto e il protagonista si trova a essere reduce da una brutta separazione
─ “Samantha ma con quante persone parli mentre parli con me?”.
─ “8316”
─ “E di quanti di questi ti sei innamorata?”
─ “641. Ma questo non danneggia l’amore che provo per te”
[Theodore (Joaquin Phoenix) e Samantha (Scarlett Johansson), Her, Spike Jonze, 2013]
“La cavalleria non é morta… È solo gravemente ferita ;-)” (chiosa un meeticaro). Da “ce_provo” a “er_filosofo”, gli uomini sono diventati un “ciaoooo” che sembra una scia chimica e un “semplicemente innamorato della vita” più mortifero dei Bauhaus in Bela Lugosi’s Dead.
─ “Cosa cerchi”
─ “Calore”
─“Banale”
“Mi sento femminile” “Ho la cura per i tuoi mali” “Sei calda e passionale?” E via con una serie interminabile di scatti ‘artistici’: teste mozze se con calvizie, calici di vino alla Ridge di Beautiful, occhiali da sole a specchio, linguacce, pettorali, bicipiti abbronzati e tatuati; cani, gatti, barche, squadre di calcio, spiagge tropicali, piste da sci e bocche a culo di gallina.
Sorry, ma capisco che la Tv ha trasformato il vecchio e obsoleto fascino in zucchero bianco: agente cancerogeno per eccellenza.
… E da qualche parte forse un giorno
 Ma io sono rock, esplosiva, anni ’90. Ho bisogno di sentire una voce, di un riconoscimento. Di capire che vuol dire ‘donna’ e ‘uomo’ nel secolo della velocità, del fotoritocco e della solitudine. Sarà diventato anacronistico cercare del tempo per parlare. Tempo, soprattutto. Perché il tempo è presenza e c’è bisogno di occhi per i quali il mondo intorno è scomparso grazie alla luce di un altro essere umano.
… Troverò una seconda piccola persona
Chi sono poi gli uomini 2.0? Magari, in realtà, stanno solo aspettando di incontrare una donna che gli faccia dire finalmente: Home – is where I want to be. But I guess I’m already there… 
Si avvicina il Natale e lo spleen metropolitano picchia. Le luminarie sembrano ricordarti che sotto l’albero troverai il regalo che hai acquistato da sola e che ti piace tantissimo (sic!). Celebrando il fatto compiuto che sei ancora figlia e che, forse, non hai più voglia di cedere né il cuore né il telecomando.
Resta il fatto che per avere qualcuno vicino bisogna pur dare qualcosa di sé, tirando fuori una dose di fottutissimo coraggio. Quello che ieri ti faceva tremare di attesa e oggi ti fa sbadigliare davanti a uno schermo digitale.
“Hai voglia di 4 chiacchiere senza impegno?” “Buonasera da turbodisel” “Solo una fra di Voi” recita, ancora, la descrizione sul profilo di “paolopaolo”: e se dovessi essere io la prescelta? Vai con il “conoscersi e dirsi addio” di cordata!
Aiutoooooo, ma che ci faccio io qui? Una milf involontaria con pretese sentimentali. L’avatar stressato della bella addormentata, causa fumi tossici da Tinder, Adotta un ragazzo, Meetic e tutte le app a giro per chi smanetta e dispera? Ai poster(i) l’ardua sentenza!

sILVIA nOFERI, nOTTURNO, dITTICO -#7
Silvia Noferi, #Dittico, stampa fotografica (misure variabili), 2013

«Sai certe volte penso di aver già provato tutti i sentimenti che potessi provare e che d’ora in poi non proverò più niente di nuovo, ma solo versioni inferiori di quello che ho già provato» [Theodore (Joaquin Phoenix) e Samantha (Scarlett Johansson), Her, Spike Jonze, 2013]
Viceversa, che possa esistere il reato di ‘solitudine’ è il Leit-motiv di The Lobster. E per i ‘Solitari’, dissidenti che si rifugiano nei boschi, è proprio la relazione ad essere vietata. Pena, fra le altre, l’accecamento (che, in fondo, è una delle condizioni micidiali dell’amore e della distopia).
Una cosa credo però di averla percepita chiara e forte: le relazioni ci fanno stare di prepotenza sul confine; con i nostri fantasmi più cupi, con lo spossessamento, con l’angoscia di morte e la perdita di sé. Si tratta del tentativo, antico come il mondo, di superare i propri limiti, di fare pace con quell’atroce ‘altro’ che potrebbe rapirci a noi stessi, sottraendoci al libero arbitrio e al controllo esercitato sui nostri pensieri e le nostre azioni. Tutto questo ci danna, ci delizia e ci trascina ora dal prete, ora dallo psicologo, ora dall’avvocato divorzista…
P.S.: Buone feste a coloro che volevano essere libere, non sole

3 pensieri su “#AMORE 2.0

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