« Era meglio quando ci drogavamo » dice un uomo alto e stazzonato. Sembra Una domenica pomeriggio sull’isola della Grande-Jatte di Signac. Non c’è la Senna ma una piscina coperta e gli ulivi centenari censiti
Due palloni. Due fratelli, uno di sei anni si è pisciato addosso perché non aveva voglia di arrivare fino al bagno, dice sua madre. « Gli ho tolto la Play Station e il telefonino per questo », aggiunge. Anche gli adulti giocano e ridono fuori, ma è un modo di esprimere gioia adatta a essere mostrata sui social network. Si conoscono da ragazzi e un paio di volte l’anno. Mangiano, bevono e sono curiosi di scoprire quanto sono invecchiati e se i difetti fondamentali sono rimasti gli stessi
Alcuni sono obesi, prendono farmaci per impedirsi le dipendenze ma hanno raddoppiato lo spessore fisico della tristezza, che parla dall’adipe. Le donne del gruppo sono in forma, tranne una che ha avuto un male alla testa. Molte sono sole. La luce svela cose che il trucco dissimula. Sono le donne ad apparecchiare e sparecchiare. A chiedere di chi sei fidanzata o moglie. Come cento anni fa. Gli uomini discutono di calcio, alcol, tatuaggi, poca politica, un po’ di illazioni sulla fica; ma poche che ci sono i bambini. Quelli sopra i cinquanta e fino ai settanta stanno in disparte, insieme a loro pochi adolescenti, due gatti e un Cavalier King pezzato nero. « Non ho mai bevuto il vino con l’acqua » dice una ragazza curva e dentona al ragazzo flaccido che mette alcuni cubetti di ghiaccio nel suo bicchiere. «Non è acqua, ci vuole un po’ prima che il ghiaccio si sciolga» risponde lui. Ci sono loro e il prato, loro e il glicine, loro e la vallata. Poi arriva la sera. E il paesaggio scompare.