Sweet heart

Ottocento discoteche, stadi e non più piazze. Erano gli anni Ottanta. Moriva Andrea Pazienza ed ero uno gnomo che non sapeva nemmeno dove si trovasse Bologna. Adesso la distanza. Il sospetto e il disagio. Non mi va di scrivere, sono strana. Sono stata strana per tutta la vita. Mite a sproposito, ambiziosa con venature di perbenismo, a causa di una educazione provinciale e piccolo borghese. Un cuore pulito che fa tenerezza quando non provoca stizza. Ho attraversato gli arcani maggiori dal Matto al Mondo: da zero a tutto. Gli uomini si sono spaventati e si spaventano ancora oggi. Piovono offese dagli scrittori veri, quelli che pisciano più lontano di me, quelli analitici sulla memoria intellettuale, che a forza di rammollire lo sforzo è solo broda standardizzata

San Giovanni e la barca ardente

Passo le giornate a guardare gli interattivi di tarocchi online per conoscere un futuro inesistente, visto che la lettura dovrebbe svelarmi la dipendenza stessa da cartomanti attive sui grandi temi dell’essere-al-mondo: ‘mi ama’, avrò ‘perdite economiche’, un ‘nuovo lavoro’, lui ‘lascerà l’altra’ e cose così. Dicono che dall’aggressività consumistica siamo passati al languishing, un lento e apatico accumulo di frazioni sconnesse di tempo non finalizzato. Questa maturità pare ostile, priva di senso, senza ossatura. Qui solo molluschi ‘siore e ‘siori. Da qui in avanti prevedo nuove scalate, piani vertiginosi, difficili approcci alla passione fisica. Mi sto spiritualizzando, soffro di crisi d’ansia gestibili. Sono un’adulta svogliata nel parco giochi di escapeland.